Oltre il 90% delle lesioni alle mani provocate da questi fuochi sono irreversibili e non ricostruibili. Come quelle di guerra.
Roma, 30 dic. (Adnkronos Salute) – “Tolleranza zero” nei confronti della pericolosa abitudine di festeggiare la fine dell’anno con i fuochi d’artificio.
A mettere in guardia gli italiani dai “botti legali o illegali” è il chirurgo Marco Lanzetta, direttore dell’Istituto Italiano di Chirurgia della Mano di Monza, con sedi anche a Milano, Bologna e Roma.
Lo specialista ha eseguito finora 5 trapianti di mano, uno dei quali proprio su un uomo che aveva perso l’arto per lo scoppio di un ‘botto’ di Capodanno.
“Oltre il 90% delle lesioni alle mani provocate da questi fuochi – spiega Lanzetta all’ADNKRONOS SALUTE – sono infatti irreversibili e non ricostruibili. Come quelle di guerra. Dunque il chirurgo, anche il più bravo, non può far altro che constatare il danno e ‘regolarizzare’, come si dice in gergo, l’arto. Cioè portare via la parte letteralmente esplosa e predisporre dita, mano o braccio alla protesi”.
Lanzetta ammette: “Non sono i pazienti che prediligo, ma – precisa – preferisco intervenire su chi ha subito un’amputazione per un incidente di lavoro. In questo caso, infatti, l’arto è facilmente recuperabile e non si tratta di un’operazione per riparare a una leggerezza evitabile e da sciocchi”.
Il chirurgo, pioniere nel mondo per i trapianti di mano, mette sotto accusa soprattutto gli uomini. “Sono solo loro a subire incidenti di questo tipo. Il 100% dei pazienti che ho operato alle mani per uno scoppio di petardi o fuochi era uomo, o bambino”.
Da qui l’avvertimento a lasciar perdere miccette e simili. “Se poi proprio non potete farne a meno – aggiunge – allora sarebbe bene seguire alcuni semplici ma essenziali accorgimenti. Innanzitutto quello di non maneggiare mai niente di acceso. Seconda regola – prosegue – è di tenere alla larga i bambini, sempre un po’ troppo curiosi”.
Infine l’avvertimento più importante: “Non raccogliere mai niente da terra se inesploso o parzialmente integro. Il 70% degli incidenti avviene proprio per questa pessima abitudine”, conclude.