E’ uno dei “cervelli” fuggito dall’Italia perché non trovava spazio negli Atenei, dove non viene applicata la meritocrazia
Il 10 aprile 2013, presso il Circolo della Stampa – Palazzo Bocconi, corso Venezia 48 – Milano, il prof. Marco Lanzetta, ha tenuto una interessante conferenza riguardante il trapianto di mano. L’incontro è stato introdotto dal famoso giornalista David Messina, Vice Presidente Circolo della Stampa di Milano e dal dott. Massimo Passera, Presidente GSA – Giornalisti Specializzati Associati; condotto dal dott. Roberto Bonin, giornalista scientifico e Vice Presidente GSA. Il prof. Marco Lanzetta, consulente internazionale dell’Istituto Italiano di Chirurgia della Mano (Monza), Adjunct Professor in Ortopedia e Microchirurgia Università di Canberra (Australia) e Chairman del Registro Mondiale dei Trapianti di Mano, noto a livello mondiale per aver eseguito in equipe, nel 1998 a Lione, il pioneristico trapianto di man. E’ stato il primo al mondo ad effettuare un trapianto completo di mano da un donatore deceduto in un corpo vivo, portando la scienza nel nostro territorio che fino a quel momento si pensava di esclusiva competenza americana. E’ uno dei più grandi luminari nel campo della microchirurgia, specialità che gli ha consentito, fra l’altro, la ricostruzione della piccola mano della bimba vittima di Unabomber. Ci ha parlato anche del problema dell’artrosi, specificamente quella che colpisce le mani che ha una grande incidenza invalidante (artrite reumatoide, artrosi, tunnel carpale, lesioni tendini). Quindi, la malattia artrosica colpisce più della metà della popolazione e, se non curata, diventa altamente invalidante, ma non ci deve più spaventare come avveniva in passato, oggi si può curare anche con la tecnica microchirurgica. Alla sua professionalità, devo aggiungere la sua grande umanità, in quanto, il prof. Lanzetta interviene nei paesi poveri, in particolare per i bambini della Sierra Leone, prestando la sua opera in termini assolutamente gratuiti. Infatti, insieme con altri medici, ha fondato il Gruppo Italiano Chirurghi della Mano “G.I.C.A.M.”, un’organizzazione non governativa (O.N.G.) che opera in campo chirurgico in paesi in via di sviluppo; sono chirurghi riuniti che si sono messi a disposizione di chi ha bisogno e che, giorno dopo giorno, cercano di raccogliere fondi per finanziare le missioni. Per tale fondamentale motivo, sotto trascrivo le informazioni sulla cena che annualmente GICAM ONLUS organizza con l’aiuto professionale di artisti del mondo della musica, dello spettacolo e dello sport a favore di “UNA MANO PER L’AFRICA”. Il nostro contributo economico consentirà di raccogliere fondi poiché G.I.C.A.M. non li riceve né dai governi e né da altre organizzazioni e di fornire, pertanto, un servizio a chi è più sfortunato di noi, secondo anche gli insegnamenti che la nostra grande beata Madre Teresa di Calcutta ci ha lasciato: “Quello che noi facciamo è solo una goccia nell’oceano, ma se non lo facessimo l’oceano avrebbe una goccia in meno”. Quindi, il prof. Marco Lanzetta è un grande talento, una delle menti più brillanti del nostro Paese, un professionista qualificato e, soprattutto, aperto alla ricerca e all’Umanità; è uno dei “cervelli” fuggito dall’Italia perché non trovava spazio negli Atenei, dove non viene applicata la meritocrazia. Infatti, nel 2002 aveva provato ad entrare in una Università italiana come professore ordinario in chirurgia della mano, ma il giudizio della commissione esaminatrice è stato categorico: non è idoneo a ricoprire l’incarico perché “troppo qualificato”. Nonostante la delusione e l’amarezza, non si è dato per vinto, quindi, è ricorso alle vie legali. Il TAR e il Consiglio di Stato gli danno ragione, ma non cambia nulla, pertanto, si rivolge ai media che fanno conoscere quanto gli succede. Le cose non cambiano ancora e lui lascia l’Italia. Il Professore ha, poi, fondato l’Istituto Italiano di Microchirurgia dove esegue operazioni chirurgiche e trapianti sia per pazienti mutuati sia per pazienti privati. Il suo obiettivo e di offrire la stessa professionalità e le stesse opportunità per tutti quelli che ne hanno bisogno senza distinzione di classe sociale.