Interventi precoci e riabilitazioni sono la nuova frontiera della microchirurgia che diventa sempre più precisa e sicura anche grazie anche ai trapianti
Il professor Marco Lanzetta ha sperimentato con successo la ricostruzione sul feto di gravi menomazioni agli arti superiori. Questi interventi potranno restituire ai nascituri una normale anatomia ed evitare loro una terapia antirigetto a vita
Negli interventi più delicati di ricostruzioni di arti viene eseguito un intervento “prova” su uno scheletro del paziente ricostruito in 3D: in questo modo si evitano complicazioni e si ottimizzano sicurezza e precisione. 500 interventi all’anno e circa 4.300 pazienti in riabilitazione: questa l’intensa attività dell’Istituto Italiano di Chirurgia della Mano e del Centro di Riabilitazione Carrobiolo di Monza, dove vengono ricostruite mani amputate, che hanno subito lesioni o affette da altre patologie..
Milano, 18 settembre 2008 – Restituire ai nascituri una normale anatomia a mani e braccia sarà possibile con interventi in utero. Questa la nuova frontiera della microchirurgia sperimentata dal professor Marco Lanzetta, Direttore dell’Istituto Italiano di Chirurgia della Mano di Monza.
“Questa possibilità, fino ad oggi di carattere sperimentale” – annuncia il professor Lanzetta – “rientra in un approccio di interventi precoci, che eviterebbero ai pazienti le terapie di immunosoppressione e soprattutto i relativi effetti collaterali”.
Si tratta di identificare le gravi malformazioni mediante un’ecografia durante la gravidanza, operare il feto in utero e far proseguire la gravidanza fino al parto quando il bambino sarà normale.
Se gli interventi in utero rappresentano il futuro di questa affascinante branca della medicina, il presente è costituito da una microchirurgia sempre più precisa e sicura, in grado, quindi, di restituire una vita normale a pazienti che hanno subito amputazioni anche parziali oppure traumi a mani e dita.
500 interventi all’anno a Monza, Bologna e Roma
A Monza il professor Marco Lanzetta e la sua equipe eseguono circa 500 interventi all’anno, di cui: 200 di ricostruzione della mano a causa di artrosi (che provocano la degenerazione dell’arto), su pazienti con oltre 60 anni, circa 60 di malformazioni congenite alle mani, eseguiti su pazienti tra i sei mesi ed i 10 anni di età. Ma anche 130 ricostruzioni di mani oppure di dita a seguito di traumi provocati da incidenti stradali, soprattutto su persone giovani, oppure sul lavoro (che si verificano lunedì mattina oppure venerdì pomeriggio a causa di un calo di concentrazione del lavoratore), circa 100 interventi per tunnel carpale, dita a scatto, tendinite, morbo di Dupuytren, traumi di sportivi (basket, volley, portieri di calcio) e musicisti (chitarristi, quelli che utilizzano strumenti a corda e pianisti). Si tratta di professionisti che accusano patologie da sovraccarico funzionale.
Oltre che a Monza, il professor Lanzetta da 6 mesi opera anche in un centro specialistico a Bologna, presso il Villalba Hospital, e a Roma da 5 anni presso la Clinica Villa Stuart.
Le patologie trattate sono numerose: ricostruzione dopo amputazioni, lesioni complesse oppure a seguito di malformazioni congenite, lesioni tendinee o nervose, tendinite e infiammazioni nervose. Disponibili anche il trattamento chirurgico e medico della mano pediatrica, artrosi e artrite reumatoide.
Simulazione dell’intervento su scheletro ricostruito in 3D massimizza precisione e sicurezza
Prima di operare il paziente si effettua una ricostruzione completa del suo scheletro in 3D, che viene utilizzata per eseguire una simulazione dell’intervento. In questo modo si possono anticipare ed evitare eventuali complicazioni, soprattutto per plasmare le placche o le protesi, ed assicurarsi che si adattino perfettamente al paziente.
L’operazione vera e propria, poi, diventa più precisa e sicura. Sono già 5 i casi complessi operati con questo sistema di doppio intervento.
Centro di Riabilitazione il Carrobiolo: 4.300 pazienti